Il territorio
Alle liti con i cittadini di Mottola e il Duca di Martina Franca si sostituirono le prevaricazioni del Conte di Conversano, feudatario della giurisdizione, dei Padri Domenicani e dei galantuomini f.lli Albanese, Francesco Angiulli, Gianvito Lenti e altri, i quali si dettero a occupare e recingere le terre demaniali cacciando i coloni che da tempo esercitavano gli usi civici.
Le occupazioni divennero particolarmente numerose ed estese dopo l’emanazione delle leggi napoleoniche di Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat: la legge che liquidava la feudalità del 2-VII-1806 e il decreto del 1-IX-1806 sulla partizione dei demani.
Il Comune non tornò in possesso del demanio abusivamente occupato in tanta ampiezza, nè potè operare le relative quotizzazioni in favore dei cittadini poveri secondo le leggi già citate e le successive del 8-VI-1807 e del 3-XI-1808.
A Noci l’agricoltura era rappresentata da grandi masse bracciantili con numero limitato di piccoli appezzamenti a fruttiferi nel territorio delle tre miglia e pochi ricchi proprietari Lenti, De Luca Resta, Albanese, ecc. con numerose masserie a indirizzo cerealicolo. La conduzione delle masserie era padronale o a grande fittanza.
Noci, La fontana Monumentale (Foto dell’autore)